Il 22 aprile ho tenuto una conferenza su uno dei più grandi compositori della scuola napoletana: Nicola Antonio Zingarelli, nato a Napoli nel 1752 e morto a Torre del Greco nel 1837.
La conferenza, dal titolo "Nicolò Zingarelli: il compositore che sfidò Napoleone" è stata organizzata dall' Archeoclub d'Italia presso lo stupendo museo dell'Osservatorio Vesuviano. Allego qui un pò di materiale sull'evento e sul compositore, per farvi conoscere questa grande figura di uomo e musicista.
Prima però voglio ringraziare di cuore la dott. Michela Tappeto e la prof.ssa Marika Galloro dell'Archoclub per avermi dato la possibilità di parlare di questo grande musicista e per aver preparato con cura e professionalità l'evento. Ringrazio il dott. Marcello Martini, direttore dell'Osservatorio Vesuviano per l'amicizia e la cortese ospitalità in quel luogo magico ed i miei allievi, Brunella Gaglione e Davide Maiello per aver eseguito con cura, in prima assoluta, alcuni duetti inediti dello stesso Zingarelli. Infine ringrazio gli alunni del Liceo Classico di Castellammare di Stabia per aver partecipato numerosi all'evento.
L'annuncio dell' evento:
In occasione della XIV settimana della cultura, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel periodo 14/22 aprile 2012, Archeoclub d’Italia, sede di Torre del Greco, organizza l’evento “Nicolò Zingarelli: il compositore che sfidò Napoleone”, una conferenza-concerto sul celebre musicista partenopeo, morto a Torre del Greco il 5 maggio nel 1837. L’evento si svolgerà presso il Museo dell’Osservatorio Vesuviano (via dell’Osservatorio 14, Ercolano), diretto dal dott. Marcello Martini e già sede di altre iniziative Archeoclub, durante la mattinata di domenica 22 aprile, dalle ore 10.00 alle ore 13.30 circa. Il maestro dott. Leopoldo Fontanarosa, violinista e musicologo, farà conoscere ai presenti l’importanza storica ed artistica di Zingarelli (di cui quest’anno ricorre il 260° anniversario dalla nascita). Verranno eseguiti in prima assoluta dei duetti per violino che Zingarelli scrisse per i suoi allievi e che il maestro Fontanarosa eseguirà assieme ai suoi giovani allievi Brunella Gaglione e Davide Maiello. Il pubblico, inoltre, prima del concerto, accompagnati dai ricercatori dell’Istituto, avrà la possibilità di visitare l’importante Museo dell’Osservatorio, dove sono custodite preziose strumentazioni relative alle prime indagini geofisiche. I volontari torresi di Archeoclub e il presidente Michela Tappeto, infine, durante la mattinata saranno lieti di dare delucidazioni ed informazioni sulle numerose attività associative a coloro che lo desiderano.
http://www.archeoclubitaliatdg.eu/anno2012.html
Nicola Antonio Zingarelli: il
musicista che sfidò Napoleone.
Sulla
facciata rosea di un edificio antico che si erge a Torre del Greco, di fronte
alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, spicca una piccola lapide bianca.
Questa lapide è dedicata a Nicola Antonio Zingarelli, principe dei musicisti,
che in quella casa trascorse i suoi ultimi anni di vita, morendovi nel 1837.
Grande compositore, maestro di cappella al Duomo di Milano ed in Vaticano era
uno dei compositori preferiti da Napoleone, ma oggi, anche tra i musicisti,
sono davvero in pochi a serbarne la memoria. In occasione della prima
esecuzione mondiale, a Torre del Greco, di due suoi quartetti per archi, mi
sembra giusto tracciarne un ricordo. Zingarelli nacque a Napoli il 4 aprile del
1752 da Riccardo Toda Zingarelli e Teresa Ricci. A sette anni rimase orfano e
fu ammesso nel Conservatorio di Santa Maria di Loreto. Terminati gli studi fu
ospite presso i signori Gargani di Torre Annunziata e si procurò da vivere come
insegnante di violino, strumento che non abbandonò mai. In seguito riuscì ad
ottenere la protezione della Duchessa di Castelpagano, che molto si impegnò per
fargli acquisire fama. A 25 anni iniziò a comporre opere liriche scrivendo il Pigmalione. A 29 anni mise in musica
l’opera Montezuma, rappresentata
presso al Teatro di San Carlo nel 1781. Dopo questa rappresentazione partì per Milano dove iniziò a comporre opere serie
e buffe in gran numero tra cui l’Asinda,
composta in appena sette giorni e rappresentata al Teatro alla Scala nel 1785 e
subito dopo compose Giulietta e Romeo, in
appena quaranta ore distribuite in dieci giorni, considerata il suo capolavoro.
Si trasferì quindi a Parigi, ma, iniziato il periodo rivoluzionario, preferì
ritornare presto a Milano. Nel 1792 divenne Maestro di Cappella del Duomo di
quella città. Da qui passò nel 1794 a ricoprire lo stesso incarico presso la
Santa Casa di Loreto dove rimase per un decennio scrivendo musica sacra. La sua
fama crebbe e giunse fino a Napoleone che, durante la campagna d’Italia, si
spinse fino a Loreto per poter conoscere il maestro di persona. Nel 1804 fu
nominato maestro di Cappella in San Pietro. A Roma si dedicò a metter in musica
le più celebri opere poetiche italiane, come alcune stanze del Tasso e
dell’Ariosto ed alcuni passi della Divina Commedia di Dante. Qui avvenne uno
degli avvenimenti più interessanti della sua vita. La città fu occupata dalle
truppe imperiali francesi e gli fu imposto di eseguire la musica dell’Inno
Ambrosiano per celebrare la nascita del figlio di Napoleone Bonaparte a cui era
stato dato il titolo di Re di Roma. Si preparò tutto in San Pietro e non
mancava che il Maestro per dar via all’esecuzione dell’Inno, ma una volta chiamato,
Zingarelli si rifiutò di dirigere il concerto sacro dicendo che egli non riconosceva
altro sovrano al di fuori del Santo Padre Pio VII, da cui era stato assunto
come maestro della Cappella. Fu quindi arrestato e trasportato a Civitavecchia
per ordine del prefetto e da qui gli fu intimato di partire alla volta di
Parigi per essere giudicato. Con gran
stupore, una volta giunto alla corte parigina, non solo non fu imprigionato, ma
l’Imperatore commissionò a Zingarelli una messa da scrivere per la sua Cappella
Imperiale che tanto piacque da fruttargli seimila franchi d’oro.
Zingarelli
rimase a Parigi per circa un anno, durante il quale Napoleone gli fece
assegnare un mensile di duecento franchi. Nel 1812 lasciò la Francia e si fermò
in diverse città italiane ma nel 1813, dovendosi nominare il direttore del
conservatorio di S.Sebastiano, poi trasferito in S.Pietro a Majella, Gioacchino
Murat in persona chiese a Napoleone che tale incarico fosse dato al celebre
Zingarelli e così il maestro tornò in Patria.
Nel
1835 iniziarono i problemi di salute con un attacco di idropisia. A giugno dello stesso
anno andò a vivere al Gonfalone, ma il male non gli diede tregua e quindi il 20
settembre dello stesso anno fu condotto a Torre del Greco dove migliorò molto e
riprese a comporre. Il primo maggio 1837 fu colto da una malattia allora molto
diffusa, detta Grippa. Il 4 mattina fece richiesta del Viatico e recitò il
Confiteor. Rimase lucido sino all’ultimo istante sorridendo e dicendo di non
sentire alcuna sofferenza. Alle undici antimeridiane del 5 maggio spirò. Il
corpo fu trasferito a Napoli e trasportato in Conservatorio dove fu allestita
la camera ardente. Il corpo fu poi sepolto nella chiesa di S.Domenico Maggiore
a Napoli. L’elogio funebre fu recitato dal suo caro amico, il marchese Basilio
Puoti e gli fu dedicata uno splendido monumento collocato all’ingresso sud
della basilica. La musica per la messa da requiem eseguita per i suoi funerali fu
quella che egli stesso scrisse in vista della sua morte e fu eseguita dai suoi
allievi.
Per
le sue opere fu gratificato in vita con diverse onorificenze. Il re di
Sassonia, in data 26 gennaio 1835, lo premiò con una lettera onorifica di
ringraziamento ed il dono di una scatola d’ora per aver composto una messa.
Francesco I re di Napoli lo insignì della Croce di Cavaliere del suo Ordine. Fu socio Ordinario dell’Accademia Reale di
Belle Arti ed onorario della Pontaniana. Membro ordinario della IV classe dell’
Accademia delle Belle arti di Francia. Corrispondente del Conservatorio Imperiale
di Musica di Parigi. L’accademia di belle arti di Berlino gli spedì un diploma,
che gli giunse quando già era spirato.
A
Torre del Greco scrisse una cantata per grande orchestra datata 1837, il salmo
Laudate Dominum in Sanctis Eius, solfeggi,
Inni Sacri e la celebre messa da requiem. La sua ultima composizione fu
un Tantum Ergo composto il 28 aprile sul quale, forse sentendo la morte vicina,
segnò gli anni di vita. Tutti questi capolavori, molti dei quali inediti e mai
eseguiti, attendono di essere riportati alla luce nella Biblioteca del
Conservatorio di Napoli e qualche mecenate che voglia adottarli, rendendone
possibile l’esecuzione.
Leopoldo Fontanarosa
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